L'Islanda è una meta turistica sempre più ambita e apprezzata. L'isola dell'Europa del nord è spesso associata alla Scandinavia, ma in realtà è molto diversa dalla penisola in cui si trovano Norvegia Svezia e Finlandia: l'Islanda ha una geografia e una cultura uniche. Non solo, anche una lingua e delle tradizioni che di recente hanno trovato sempre più spazio sui media e nell'arte, da musicisti come Bjork e i Sigur Ros fino a registi come Baltasar Kormákur.
Anche per questi motivi viaggiare in Islanda è sempre più ambito. Vogliamo osservare i suoi paesaggi lunari, le spiagge, i bar della capitale, gli iceberg nel mare settentrionale, gli uccelli marini, le migliaia di fonti termali naturali, i geyser, la vita notturna e le cascate che spiccano sulle vallate verde chiaro.
Eppure in mezzo a tanta bellezza, grande organizzazione, ottimi tour, ristoranti, bar e altri servizi c'è un problema. Un problema che in teoria può anche rovinare il nostro prossimo viaggio in Islanda (ed è già successo a migliaia di persone anche in tempi recenti).
Tra le mille bellezze che l'Islanda offre ai turisti che la visitano moltissime sono naturali. La geografia dell'isola è unica, così come uniche sono la fauna e la flora che ne dipendono. Eppure è naturale anche il grande rischio che l'Islanda ha: quello dei vulcani.
Pochi posti al mondo hanno un'attività vulcanica tanto vivace come quella che interessa l'Islanda. Ci sono oltre cento vulcani, e moltissimi sono attivi. Il che significa che intere aree, durante un viaggio, possono essere di colpo inaccessibili per via di un'eruzione. Non solo: i vulcani islandesi sono di dimensioni tali che la loro attività può creare nubi di detriti e gas così vaste da impedire che funzionino gli aeroporti.
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