GLI ESSERI UMANI POTREBBERO VIVERE PER SEMPRE, SECONDO LE RICERCHE

I romani consideravano 100 o 110 come il limite massimo per la durata della vita umana. Il record per la più lunga durata della vita umana registrata è detenuto da Jeanna Calment, una donna francese che ha vissuto per 122. Quando nacque nel 1875 l'aspettativa di vita media era solo di circa 40 anni. Ma c'è un limite alla durata della nostra vita? Secondo uno studio dei ricercatori delle università americane Georgia e Southern Florida, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, se questo esiste, siamo ancora lontani da scoprirlo. “L’invecchiamento - scrivono - è semplicemente un aumento esponenziale delle probabilità di morte e di malattia con il passare del tempo. Gli scienziati in questi anni sono stati tutt’altro che concordi: mentre gruppi di ricercatori hanno ipotizzato che un limite naturale potrebbe attestarsi intorno ai 120, 140, o 150 anni, altri credono non ce ne sia realmente uno e che l'invecchiamento non porta necessariamente alla morte.

Esiste un limite alla durata della vita umana?

Qualche anno fa era stata proprio una ricerca italiana pubblicata sulla rivista Science e condotta dall'università della Sapienza di Roma, in collaborazione con quelle di Roma Tre, Berkeley e Southern Denmark e l'Istat, a spiegare come sia impossibile stabilire quale sia il limite della durata della vita umana. “Se esiste un limite biologico questo non è ancora diventato visibile o non è stato raggiunto" aveva detto all'Ansa nel 2018 la coordinatrice della ricerca, Elisabetta Barbi, del dipartimento di Statistica della Sapienza. Da tempo la comunità scientifica si interroga su se e come cambia il rischio di morte con l'avanzare dell'età.

I ricercatori si erano basati su dati relativi a quasi 4.000 italiani ultracentenari (la maggior parte donne), raccolti fra il 2009 e il 2015. Verificando che "il rischio di morte accelera esponenzialmente con l'età fino a 80 anni, per poi decelerare progressivamente, fino a raggiungere un plateau e rimanere costante, o quasi, dopo i 105 anni" e che "per le generazioni di nascita più giovani i livelli di mortalità sono leggermente più bassi". In questo i miglioramenti della sanità pubblica e della tecnologia medica hanno un ruolo cruciale.

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