Senza dubbio le malattie cardiovascolari rappresentano una condizione di rischio: basti pensare che secondo l’Oms, ogni anno le vittime causate direttamente o indirettamente da questo tipo di patologie ammontano a 17,9 milioni. Da qui nasce la necessità impellente di mantenere il battito cardiaco sempre sotto controllo, tenendo in considerazione il range tra i 60 e i 100 battiti al minuto come valore ottimale a riposo. A questo proposito, Kate Traynor, direttrice del Centro di Prevenzione delle Malattie Cardiovascolari presso il Massachusetts General Hospital ha affermato che “avere un battito cardiaco in quel range è importante perché riduce la richiesta sul muscolo cardiaco”.
Effettuare questa semplice operazione, ovvero la misurazione o il monitoraggio, è alla portata di tutti e non richiede alcuno strumento o competenza particolare: gli esperti a proposito concordano rispetto al fatto che “il modo migliore per determinare il proprio ritmo cardiaco a riposo è imparare a sentire il battito: questo può essere fatto palpando il polso o il collo”. Verificare la frequenza cardiaca è molto più semplice di quello che potrebbe sembrare. Non è nemmeno necessario, tra l’altro, essere in possesso di alcuno strumento come, ad esempio, alcuni smartwatch di ultima generazione.
È importante essere consapevoli di quello che può essere un ritmo anomalo – molto più veloce del solito – e agire di conseguenza per riportarlo a valori normali. Si parla in questo caso di tachicardia, una condizione in cui il cuore registra mediamente più di 100 battiti al minuto. Le cause sono varie e possono dipendere, per esempio, da febbre, disidratazione, anemia o dallo stress fisico o emotivo che scatena il rilascio dell’ormone adrenalina. In una situazione simile, infatti, l’organismo si prepara al combattimento o alla fuga, come se stesse percependo una minaccia. Non si tratta di uno scenario da sottovalutare: un eccesso di adrenalina può provocare nei casi più lievi degli svenimenti, mentre nelle situazioni peggiori il soggetto interessato può incorrere in coaguli di sangue a causa di ictus.
D’altro canto può presentarsi anche un altro scenario, quello in cui il cuore batte ad un ritmo troppo lento e provoca un flusso sanguigno insufficiente al cervello: si parla in questi casi di bradicardia. Gli effetti sull’organismo sono una stanchezza generalizzata, capogiri e vertigini;
Se si soffre di tachicardia è consigliabile limitare il consumo di sostanze eccitanti come tè o caffè, ma anche di sale, che tende ad aumentare la pressione sanguigna. Evitare le situazioni di stress è inoltre molto utile e da questo punto di vista può rivelarsi fondamentale lavorare sulla propria respirazione con esercizi mirati. Se lo si ritiene opportuno ci si può affidare anche ad un esperto psicologo o psicoterapeuta in grado di accompagnare il suo assistito verso un percorso di maggior serenità.
Allenarsi svolgendo attività come lunghe camminate o la corsa, o ancora il sollevamento pesi, può rivelarsi una scelta altrettanto preziosa per tenere sotto controllo il proprio battito. Utilizzare un cardiofrequenzimetro, infine, è un’opzione interessante che permetterà di avere un quadro ancor più completo del battito cardiaco, a riposo o sotto sforzo.
La frequenza cardiaca a riposo è un indicatore importante della salute cardiovascolare e può essere influenzata da una varietà di fattori. Ecco alcuni dei principali elementi che possono alterare il ritmo del cuore a riposo.
Altri fattori, che possono variare da caso a caso, sono in grado di influenzare la frequenza cardiaca a riposo
Conoscere la frequenza cardiaca a riposo e monitorarla nel tempo può essere utile per rilevare eventuali cambiamenti che potrebbero indicare problemi di salute. È importante consultare un medico se si notano variazioni significative nei valori monitorati.
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