“CAMBIO VITA”, UNO SU 10 PRONTO A LASCIARE TUTTO

“Basta, mollo tutto e cambio vita!” Chi non ha mai sentito qualcuno pronunciare questa frase, magari durante una pausa caffè? Ma è solo un sogno fugace o c’è davvero un’ondata di persone pronte a riscrivere la propria storia? Stando a un’analisi di Hays Italia e Serenis, sembra proprio che il desiderio di rivoluzionare la propria esistenza sia più che un semplice capriccio.

Uno su 10 è pronto al grande salto

Lo studio, che ha coinvolto quasi mille lavoratori, svela che quasi un lavoratore su dieci (8%) ha già messo in moto i piani per dire addio alla vecchia vita entro un anno. E perché? Per inseguire la tanto agognata felicità. Questo desiderio di cambiamento non è un semplice capriccio del momento, ma una decisione ponderata da un numero sempre crescente di persone che vogliono rivedere le proprie scelte di vita. L’analisi ha rivelato che il “cambio vita” non è più solo un sogno ad occhi aperti, ma una realtà imminente per molti.

Non tutti sono così audaci: il 25% pianifica il cambiamento ma in un futuro non troppo immediato, mentre quasi la metà dei partecipanti vede il cambio di vita come un dolce sogno nel cassetto. Tuttavia, questi dati lanciano un messaggio chiaro: c’è un’ampia insoddisfazione tra i lavoratori, con quattro su dieci che non amano il proprio lavoro e sei su dieci che fantasticano almeno una volta a settimana di fare il grande salto.

Le ragioni del cambiamento

Perché tanti vogliono rivoluzionare la propria vita? La felicità è il motore principale per sei lavoratori su dieci. Altri desiderano migliorare la qualità della vita (57%), avere più tempo libero (54%) e ridurre lo stress (44%). Molti sognano di riscoprire se stessi, seguire le proprie passioni, vivere a contatto con la natura o offrire un ambiente più sano ai propri figli. La ricerca della felicità sembra essere la forza trainante, spingendo le persone a cercare un equilibrio migliore tra vita privata e lavorativa. La volontà di vivere in un ambiente meno frenetico e più in sintonia con i propri valori personali è un desiderio sempre più diffuso.

Per la maggior parte, il cambiamento resta un sogno. La paura di fallire e le implicazioni economiche (50%), così come le preoccupazioni per l’impatto sulla famiglia (47%), frenano molti. Tuttavia, chi ha amici che hanno intrapreso questa strada nota che pochi si pentono: solo il 6% ha rimpianti e il 4% è tornato sui propri passi. La maggioranza, invece, è soddisfatta o entusiasta e nonostante le paure e le incertezze, coloro che trovano il coraggio di fare il grande passo spesso non guardano indietro con rimpianto, ma con orgoglio e soddisfazione per aver cambiato la loro vita in meglio.

Le destinazioni dei sogni

Quando immaginano una nuova vita, gli italiani sono attratti dal mare: il 59% preferisce le città costiere e il 31% le isole, seguiti dalle montagne (29%). Vogliono luoghi vivi, socialmente attivi, e molti sognano di avviare nuove attività come B&B, agriturismi, o vivere in campagna/montagna. Questi scenari pittoreschi rappresentano non solo una fuga dalla routine quotidiana, ma anche un’opportunità per riscoprire un ritmo di vita più naturale e gratificante. L’idea di un cambio di vita include spesso un nuovo inizio professionale, con molti che desiderano intraprendere carriere più in linea con le loro passioni e interessi personali.

La Sardegna e la Sicilia sono le isole più ambite, seguite da Minorca, Ibiza, Santorini e Creta. Anche le Maldive e Bora Bora fanno capolino tra le mete ideali. In Italia, invece, le Dolomiti, il Lago di Garda e la Toscana sono in cima alla lista. Queste felicità non sono solo mete turistiche, ma rappresentano un’aspirazione di vita per molti italiani. La bellezza naturale e il richiamo di una vita più semplice e autentica rendono questi luoghi particolarmente attraenti per chi sogna di lasciare alle spalle lo stress della vita urbana.

Chi sono i potenziali sognatori in fuga?

L’identikit del sognatore in fuga è variegato: uomini e donne dai 50 ai 64 anni, spesso di alto profilo lavorativo (C-level) o giovani appena entrati nel mondo del lavoro, provenienti da piccoli comuni o grandi città.

La fascia di età tra i 50 e i 64 anni emerge come particolarmente significativa. Questi individui, spesso alla soglia della pensione, guardano al futuro con un misto di introspezione e desiderio di cambiamento. Molti hanno trascorso decenni in ambienti aziendali frenetici, accumulando stress e sacrificando spesso il tempo per sé stessi e per le proprie passioni. Arrivati a un punto di riflessione, desiderano recuperare il tempo perduto, cercando un equilibrio migliore tra vita lavorativa e privata. La loro decisione è spesso influenzata dalla consapevolezza che il tempo è prezioso e che il momento di agire è adesso.

Al contrario, anche i giovanissimi appena entrati nel mondo del lavoro sono tra le potenziali persone che vogliono cambiare vita. Questa generazione, cresciuta in un’epoca di rapidi cambiamenti tecnologici e sociali, ha una visione del lavoro molto diversa da quella dei loro predecessori. Per loro, la flessibilità e il benessere personale sono priorità assolute. Spesso non sono disposti a tollerare ambienti lavorativi che percepiscono come soffocanti o privi di significato. La loro audacia e il loro spirito di avventura li rendono più propensi a esplorare nuove opportunità e a sperimentare stili di vita alternativi.

Gli aspiranti ‘cambio vita’ non si limitano a una specifica condizione economica o professionale. Anche se una parte consistente è costituita da professionisti di alto profilo (C-level), come dirigenti e manager, che lavorano in grandi aziende, il fenomeno coinvolge anche impiegati di medio livello, freelance e piccoli imprenditori.

Geograficamente, chi vuole cambiare vita si trova sia nei piccoli comuni che nelle grandi città. Nei piccoli comuni, la vita quotidiana può essere caratterizzata da una maggiore tranquillità, ma anche da limitate opportunità professionali e sociali. Gli abitanti di queste aree potrebbero desiderare un cambiamento per trovare nuovi stimoli e una rete di supporto più ampia. Al contrario, nelle grandi città, il ritmo frenetico e la pressione costante possono spingere le persone a cercare un rifugio più sereno. Qui, la voglia di evasione è spesso alimentata dall’idea di abbandonare il caos urbano per abbracciare un ambiente più naturale e rilassante. Tuttavia, anche in questi contesti urbani, non manca chi vede nel cambio vita un’opportunità per reinventarsi professionalmente, magari avviando un’attività autonoma che possa offrire maggiore indipendenza e creatività.

Il punto di vista delle aziende

Alessio Campi, People & Culture Director di Hays Italia, mette in chiaro che il dialogo con i dipendenti è essenziale per scoprire le radici profonde dell’insoddisfazione, che spesso si estendono al di là del mero ambito lavorativo. Le aziende, quindi, devono mettersi in gioco, investendo nella qualità della vita dei propri collaboratori. Offrire flessibilità, supporto nei momenti cruciali come la nascita di un figlio o problemi di salute, e promuovere un equilibrio sano tra lavoro e vita privata diventano strategie imprescindibili per trattenere i talenti e accrescere il benessere collettivo. Riconoscere e affrontare le cause di malcontento è fondamentale per prevenire una fuga di talenti verso nuovi orizzonti.

Dall’altra parte, Martina Migliore di Serenis sottolinea che, mentre il desiderio di felicità e miglioramento è una forza potente, la paura del fallimento può essere un grosso freno. Consiglia di pianificare con attenzione ogni aspetto del cambiamento, di cercare supporto tra amici e familiari e di essere preparati alle sfide emotive che si presenteranno. Il coraggio di perseguire i propri sogni, unito a una preparazione solida e a un robusto sistema di sostegno, è ciò che permette di trasformare un sogno audace in una realtà concreta. Sebbene la strada verso una vita più felice sia spesso accidentata, affrontarla con determinazione e ottimismo può portare a grandi soddisfazioni e realizzazioni personali.

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