Dieci giorni senza masticare nulla, affidandosi soltanto all’acqua come unica fonte di sostentamento. È questa la pratica che Raz Degan, ex modello e regista con anima nomade, ha scelto di condividere sui social, apparendo euforico e rinato. In camicia sbottonata e cappello da viaggiatore solitario, l’attore racconta il proprio “viaggio interiore” attraverso il digiuno, definendolo una rinascita spirituale e fisica. Le sue parole rimbalzano tra commenti entusiasti e reazioni perplesse, ma la comunità scientifica osserva con attenzione e solleva un interrogativo cruciale: può un gesto così radicale essere davvero salutare?
Lasciare il piatto vuoto per dieci giorni non è un esercizio di autodisciplina innocuo. Secondo numerosi specialisti, un digiuno prolungato senza supervisione medica può generare squilibri profondi. L’organismo, privato di nutrienti essenziali, attiva processi di emergenza che non sempre si traducono in benessere. Debolezza, cali pressori, mal di testa e insonnia sono effetti collaterali frequenti. E se all’inizio si avverte una maggiore lucidità – effetto legato a una reazione da stress primordiale – a lungo termine il rischio si fa concreto: infiammazione sistemica, stress ossidativo e complicazioni cardiovascolari sono dietro l’angolo.
Uno studio recente, ha messo in luce come su venti soggetti sottoposti a un digiuno idrico di dieci giorni, i parametri infiammatori siano aumentati anziché diminuire. L’esperimento, condotto in tre paesi, ha smontato l’idea che il digiuno estremo rappresenti una scorciatoia per la longevità, evidenziando invece una risposta fisiologica opposta alle aspettative.
Diverso è il discorso del digiuno intermittente, una pratica studiata da anni che prevede finestre temporali di astensione dal cibo alternate a periodi di alimentazione controllata. Qui, gli effetti positivi sono documentati: riduzione dell’insulina, miglioramento della sensibilità metabolica, attivazione dell’autofagia – un processo di rigenerazione cellulare. Tuttavia, anche questo approccio non è privo di controindicazioni e va calibrato sul singolo, con il supporto di professionisti.
Le parole di Raz Degan affascinano, la sua estetica da mistico nomade conquista. Ma quando un volto noto consiglia pratiche estreme senza basi scientifiche solide, l’effetto emulazione può diventare pericoloso. Il corpo umano non è un laboratorio da Instagram. Chi ha patologie croniche, disturbi alimentari o semplicemente una fisiologia non adatta al digiuno, può pagarne le conseguenze in modo severo.
La salute non passa per le mode. Prima di intraprendere qualsiasi cambiamento drastico nello stile di vita, è essenziale affidarsi a chi ha competenze mediche. Né l’ascetismo fai-da-te, né la cultura del “tutto o niente” possono sostituire il buon senso e la prudenza.
2025-06-18T06:26:16Z