L’IDEA DELLA COGNATA JO. COSì 50 ANNI FA NASCEVA IL MUSEO VAN GOGH

La collezione di famiglia diventata poi il cuore di quella del museo Van Gogh di Amsterdam, esposta dal 1973, anno della sua fondazione. A tenerla insieme, prima che diventasse pubblica, è stata la cognata di Vincent, Jo van Gogh Bonger, donna di forte tempra, moglie e poi giovane vedova di Theo (fratello del tormentato pittore) insieme al loro figlio nato nel 1890, a cui diedero il nome dello zio, facendolo felice. A Parigi come nell’attico della casa che abitavano, Villa Helma a Bussum, c’erano custoditi un centinaio di dipinti di van Gogh e molti documenti (fra cui l’intenso scambio di lettere tra i due fratelli). Alla morte del marito Theo, lei dovette preservare e gestire in modo oculato questa importante eredità, anche morale. Vendette molte opere, ai grandi dealer come ai musei, ma soprattutto pose una pietra miliare nella storia dell’arte, realizzando, nel 1905, allo Stedelijk di Amsterdam, la prima retrospettiva di van Gogh, con ben 484 suoi lavori, fronteggiando l’ostracismo di certi critici.

La famiglia di Vincent van Gogh sull sfondo di uno dei suoi dipinti più famosi, con i rami di mandorlo del 1890

La mostra Choosing Vincent. From Family Collection to Van Gogh Museum (fino al 10/04) è l’interessante prologo biografico a quella più corposa del cinquantenario del museo, che verterà sull’ultimo periodo di van Gogh ad Auvers-sur-Oise, dove arrivò nel 1890 e si suicidò due mesi dopo. Accanto a lui, sul letto di morte, accorse suo fratello Theo che, all’interno di un taschino della giacca trovò, abbozzato, uno scritto in cui Vincent esprimeva tutta la sua gratitudine al fratello per avergli dato supporto morale e finanziario e per essergli stato d’ispirazione per molte opere. A lui infatti è dedicata la natura morta Cotogne, limoni, pere e uva del 1887. Il legame tra Vincent e suo fratello era molto stretto anche se talvolta non privo di frizioni, entrambi furono mercanti d’arte, vendettero molto bene le opere di Gauguin, e ne tennero anche per sé. Vincent aveva una grande passione per la grafica e in ogni suo spostamento portava con sé disegni e stampe con cui tappezzava i muri della stanza. Immerso in quel paesaggio della campagna francese dipinse alcuni capolavori, tra cui il Campo di grano con volo di corvi, il ritratto del dottor Paul Gachet, Adeline Ravoux (da una collezione privata), che fanno parte dei cinquanta dipinti esposti (oltre a una ventina di disegni), di cui otto prestati dal Musée d’Orsay di Parigi, partner di questa mostra (dal 12/05 al 3/09).

La natura morta Cotogne, limoni, pere e iuva del 1887, dedicata al fratello Theo

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