Passeggiate ogni giorno e una dieta varia e moderata: questa è la ricetta per una vita sana del professor Silvio Garattini, tra poco 96enne: «Quello che conta è mangiare poco, anche se lo faccio cinque volte al giorno l’importante è il totale», sostiene il medico che percorre a piedi quotidianamente «almeno 5 chilometri».
Oncologo e farmacologo, Garattini ha esposto le sue idee in merito alla salute nel suo ultimo libro, “Vivere bene”, in uscita il 30 settembre: in esso raccoglie una serie di contributi di ricercatori dell’Istituto Negri, di cui è fondatore, sull’importanza dell’attività fisica.
Camminare è importante, sì, «ma deve essere un’andatura relativamente rapida, altrimenti non c’è l’effetto aerobico. Deve esserci un po’ di fatica, che consiste nel respirare in affanno e avere un aumento dei battiti cardiaci. Camminare per vedere le vetrine non è attività fisica», dichiara al Corriere. Un tipo di abitudini che si possono prendere a qualsiasi età: «Non è mai troppo tardi, anche a 80 anni si può cominciare a camminare. È sempre meglio che stare fermi».
«Molte patologie croniche dipendono dalle cattive abitudini di vita. Abbiamo 4 milioni e mezzo di diabetici, che poi hanno problemi visivi, cardiovascolari, renali, che potrebbero essere evitati. Così come si potrebbe evitare il 40% dei tumori, eppure ogni anno in Italia muoiono 180 mila persone», afferma Garattini rigurdo alla necessità di attività fisica, che favorisce una migliore circolazione, ma stimola anche la socializzazione: «L’attività fisica può essere considerata una forma di movimento collettivo. Per esempio, ci si trova a camminare insieme, a chiacchierare, favorisce le relazioni sociali».
Per quel che riguarda la dieta, «deve essere varia e moderata. Varia vuol dire che si deve mangiare un po’ di tutto per ottenere i micro e i macronutrienti di cui abbiamo bisogno. In più oggi, poiché i cibi sono inquinati, mangiare una varietà di cose vuol dire evitare l’accumulo di un determinato inquinante. La varietà però deve essere accompagnata dalla moderazione. Come dicevano i nostri vecchi: bisogna alzarsi da tavola con un po’ di fame. Le ricerche hanno mostrato che con una diminuzione del 30% di cibo, si vive il 20% in più. Mangiare poco è un fattore di longevità», sostiene Garattini.
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