MI SONO TRASFERITO A BANGKOK, THAILANDIA: IL RICHIAMO IRRESISTIBILE DI UN ALTRO MONDO

Questa è la storia di un italiano che ha deciso di cambiare vita e abbracciare l’anima bollente del Sud-est asiatico. C’è qualcosa di magnetico in BANGKOK. Te ne accorgi subito, appena scendi dall’aereo. L’aria è un muro caldo e profumato, il cielo sembra più basso e i colori più saturi. E io, con la valigia ancora stretta nella mano destra e il cuore un po’ impaurito, ho capito che mi stavo infilando in una nuova vita. Una vita fatta di spezie pungenti, rumori incessanti, sorrisi sinceri. Una vita che promette di non annoiarti mai.

Una metropoli che pulsa

BANGKOK non è una città. È un organismo vivente. Respira con i suoi tuk-tuk impazziti, i suoi grattacieli lucidi, i templi dorati incastrati fra i centri commerciali e le bancarelle fumanti ai bordi delle strade. È una giungla urbana, sì, ma con un’armonia tutta sua.

La città si trova nel centro della THAILANDIA, affacciata sul fiume CHAO PHRAYA, che ne attraversa il cuore come un antico serpente d’acqua. Attorno, la pianura si stende a perdita d’occhio, intervallata solo da qualche collina lontana. Eppure, è nel suo disordine apparente che BANGKOK si rivela geniale: una combinazione vertiginosa di passato e futuro, di spiritualità e business, caos e calma.

Il clima: un caldo umido e perenne

Vivere a BANGKOK significa imparare a convivere con il caldo tropicale, che non dà tregua. Il clima qui è diviso in tre stagioni: quella calda, quella piovosa e quella più fresca (ma mai fredda). La temperatura media oscilla tra i 27 e i 35 gradi durante tutto l’anno, con un’umidità che spesso ti si incolla addosso come un lenzuolo bagnato.

La stagione delle piogge, tra maggio e ottobre, è quella che mi ha spiazzato di più: può piovere all’improvviso con una violenza quasi teatrale, poi, mezz’ora dopo, tornare il sole e asciugare tutto come se nulla fosse. Per un italiano abituato al meteo prevedibile, è un’esperienza che ti educa all’imprevisto.

La vita quotidiana

In THAILANDIA, ogni gesto ha una grazia sua, una lentezza diversa. Dall’arte di servire il tè freddo nei mercatini notturni, alla compostezza dei monaci che camminano scalzi all’alba. Ma non c’è solo spiritualità: BANGKOK è anche centro economico e polo di innovazione.

La città ospita un sistema di trasporti sorprendente per efficienza e velocità: la BTS Skytrain e la MRT sotterranea ti portano da un quartiere all’altro senza stress. E poi ci sono i battelli, che attraversano il CHAO PHRAYA come piccole navette acquatiche, e i taxi di ogni tipo, persino quelli su due ruote, per chi ha il coraggio.

Imparare a vivere qui vuol dire riconfigurare i tuoi orari, le tue abitudini alimentari, il tuo rapporto con il tempo. Il pranzo può essere una zuppa Tom Yum mangiata su un marciapiede affollato, la cena un curry verde in un rooftop elegante.

Un’economia in fermento, dove la modernità avanza senza cancellare il passato

Non bisogna farsi ingannare dall’aspetto folkloristico. BANGKOK è un centro economico potente e ambizioso. Il turismo resta uno dei pilastri principali, insieme al commercio, alla finanza e alla tecnologia. Negli ultimi anni, ho visto un’esplosione di startup digitali, coworking e hub internazionali.

Molti expat trovano lavoro nell’ambito dell’insegnamento della lingua inglese, del design, del marketing digitale, della ristorazione o nel settore alberghiero. I quartieri come SILOM, SATHORN e SUKHUMVIT offrono opportunità lavorative e di networking che mi ricordano le grandi capitali europee, ma con un ritmo tutto asiatico.

Una cultura che non si limita a farsi guardare, ma ti cambia

Quello che non mi aspettavo era quanto profondamente la cultura thailandese avrebbe influenzato il mio modo di essere. Qui tutto è permeato da una spiritualità sottile e costante. I templi, anche quelli più nascosti tra i palazzi moderni, sono luoghi di calma e introspezione.

Il rispetto, la cortesia, la pratica della gentilezza sono radicati nella vita quotidiana. Si chiama “sanuk”, la filosofia del rendere ogni cosa piacevole, e si sente ovunque: nel modo in cui si sorride, si parla, si cucina. Ho imparato a rallentare, a ringraziare di più, a lasciare andare.

Il cibo: un’esplosione continua di sorprese

La cucina è la mia più grande passione, e qui è una celebrazione continua di sapori, colori e contrasti. Il piccante è una regola non negoziabile, e ogni piatto è costruito come una sinfonia tra dolce, salato, acido e umami.

Mangiare a BANGKOK è un viaggio quotidiano. Non esistono “ristoranti tipici”: tutto è tipico, da quello che trovi sul ciglio della strada a quello che viene servito nei ristoranti stellati. Il “Pad Thai” preparato al momento, il “Khao Soi” del nord, il “Moo Ping” grigliato davanti ai tuoi occhi… sono sapori che si impiantano nella memoria e non ti lasciano più.

Vivere da expat italiano: tra nostalgia e meraviglia

Non è sempre facile. Ci sono momenti in cui mi manca il silenzio delle colline toscane, l’odore del pane appena sfornato, il modo in cui in Italia diciamo tutto con una smorfia o un’alzata di spalle. Ma la meraviglia vince sempre, e qui la sensazione è quella di essere parte di qualcosa di grande, di vivo, in continua evoluzione.

Ci sono comunità di italiani ben organizzate, gruppi Facebook dove si condividono dritte, contatti, consigli pratici. Trovare ingredienti italiani non è impossibile: ci sono negozi specializzati, supermercati internazionali, persino ristoranti con chef che parlano con la "r" arrotata come me.

BANGKOK ti trasforma, anche se non lo vuoi

Da quando sono qui, ho disimparato certe urgenze occidentali, ho scoperto un nuovo senso dell’adattabilità, e mi sono sentito straniero in modo fertile, creativo. La città ti mette alla prova ogni giorno, ma ti restituisce qualcosa ogni volta che ti lasci andare.

E allora mi chiedo: chi ero prima di venire a BANGKOK? E soprattutto: chi sto diventando?

Mi sto ancora adattando, certo. Ma una cosa è sicura: questa città mi sta insegnando a vivere con occhi nuovi.

2025-06-16T09:28:13Z